Uno speciale allestimento natalizio che sa declinarsi in un prezioso esperimento di memoria storica. Ogni anno, il presepe sotterraneo di Orvieto nel Pozzo della Cava sceglie un affascinante tema da abbinare al già di per sé immenso concetto di Natività.

L’obiettivo è quello di rappresentare il miracolo dell’incarnazione da una prospettiva differente, inquadrando la scena della nascita di Gesù attraverso gli occhi di una figura marginale. E sono tanti i personaggi esclusi dalla narrazione principale del microcosmo del presepe: storie dimenticate o sottovalutate che vale la pena ascoltare. Storie che riescono a parlare alla sensibilità e alla coscienza di chi si pone con spirito partecipe di fronte all’evento fondamentale del Cristianesimo.

A Orvieto, i personaggi del presepe sono figure meccaniche a grandezza naturale, inserite in scenografie che non lasciano indifferenti e che sfruttano tutta la potenza evocativa delle grotte tufacee del Pozzo della Cava.

Nel 2025-26, con l’installazione visitabile nei giorni delle Feste, il protagonista dell’allestimento sarà Ponzio Pilato, il prefetto di Giudea che fu chiamato a giudicare Gesù e che, secondo i Vangeli, preferì lavarsi le mani, non essere giudice del suo destino.

Gli storici e gli esegeti, nei secoli, si sono in più occasioni sforzati di riabilitare la figura di questo prefetto. C’è chi invece ha preferito sottolineare la tragicità della sua vicenda umana. Pilato è stato un uomo che ha potuto sfiorare un senso più alto ed è stato posto di fronte a qualcosa di sconvolgente, ma che, alla fine, ha scelto di non esporsi, perché il mondo, il suo mondo culturale, glielo sconsigliava. Il suo conflitto di coscienza, l’evidente scissione fra sentimenti di pietà, opportunismo, pavidità e giustizia, non smette di parlare a ogni epoca.

La storia di Pilato, intrecciandosi ai sogni della moglie Claudia Procula, alle profezie dei Magi e alla volontà dei sacerdoti del Tempio, è appunto un dramma di coscienza mai risolto. L’interrogativo che il prefetto pronuncia di fronte a Gesù risuona, dunque, in eterno: “Che cos’è la verità?”.

L'evento, come di consueto, si svolge durante il periodo natalizio. L'edizione 2025-2026 sarà visitabile dal 23 dicembre 2025 all'11 gennaio 2026. Gli orari di apertura sono già noti: il presepe sarà visitabile dalle 10 alle 20, anche se potranno variare a seconda del giorno della settimana. Per ulteriori dettagli conviene consultare il sito web del Pozzo della Cava.

L'Evento di Natale 2025

Il presepe, la cui prima espressione si deve a San Francesco d’Assisi, va sempre inteso come la ritualizzazione del miracolo dell'incarnazione: la messa in scena plastica del giorno in cui Dio si fece uomo per amore dell'umanità. Il suo potere sta nel rendere semplice e immediatamente intuibile ciò che è più profondo. La buona novella, raccontata dal presepe, diventa attuale, per spiegare che il miracolo della Natività si ripete ogni anno. Per chi crede. E magari anche per chi ci crede fino a un certo punto o non ci crede affatto.

Ecco perché il presepe classico, quello napoletano per intenderci, mostra i pastori in abiti seicenteschi: gli artigiani di quel secolo ambientavano la Natività nella loro attualità, fra quegli stessi lazzaroni, contadini e allevatori che si sarebbero potuti incontrare anche a Napoli quattrocento anni fa.

Il presepe di Orvieto segue questa linea. Non è una rappresentazione statica, ma una ritualizzazione che si rinnova di anno in anno, attirando fedeli e non fedeli in un suggestivo complesso archeologico sotterraneo di origine etrusca, nel quartiere medievale della città della rupe.

L’installazione animata cambia dunque tema e allestimento, riuscendo a rinnovarsi e a esprimere tutti i valori classici del presepe. Nella sua narrazione, il presepe nel Pozzo punta a dare valore al senso di attesa, alla celebrazione del silenzio e della semplicità, e allo stesso tempo si propone come invito a guardare al significato spirituale profondo del Natale, anche da prospettive nuove.

I temi connessi ai testi sacri, alle tradizioni popolari e alle suggestioni storiche diventano protagonisti attivi in un teatro sotterraneo che richiama le grandi domande della storia. I costumi, gli oggetti di scena e l'intero allestimento del presepe nel Pozzo della Cava sono realizzati con cura artigianale e con consapevolezza storica e critica.

I riferimenti sono anche in questo caso vari: i pastori si collegano a espressioni esteriori connesse ai dogmi biblici, a elementi apocrifi sulla Natività e a tradizioni locali.

Il Pozzo della Cava: una location unica

Il presepe viene allestito nel Pozzo della Cava, il bel complesso archeologico scavato nel tufo, perfetta ambientazione dell’allestimento devozionale, per far muovere i personaggi animati e far risuonare delle musiche d'atmosfera.

In questa location, il presepe riesce a farsi esperienza davvero profonda e coinvolgente per i visitatori, che sono chiamati a scendere nelle viscere della città, tra cunicoli e cavità, e a immergersi in una realtà altra, espressione di misteri e secoli di stratificazioni. In un simile contesto, la Natività smette di apparire come mero tableau per farsi narrazione totale, fatta di ombre, eco, pietre umide e suggestioni misteriche. 

Il pozzo, nato in epoca medievale all’interno di cave etrusche, è oggi un monumento di estremo fascino e di spiccato appeal culturale. Scavato per garantire acqua e sicurezza in un quartiere popolare, nei secoli fu rifugio d’elezione per la popolazione in caso di assedio, covo in cui nascondersi, cantina in cui stipare viveri o archiviare immondizie. 

Quando i papi decisero di moltiplicare i pozzi presenti a Orvieto, quello della Cava fu progressivamente dimenticato. E quando si pensa a un pozzo di Orvieto, ovviamente, viene subito in mente quello di San Patrizio. Il Pozzo della Cava è un monumento meno celebrato, forse più misterioso, e proprio per questo anche più suggestivo.

La città di Orvieto ha saputo riscoprirlo e valorizzarlo nel secolo scorso. Il percorso museale rivela interessanti reperti etruschi, medievali e rinascimentali, e il pozzo, con i suoi spazi e il suo carattere segreto e labirintico, si fa scenario ideale per rappresentazioni culturali, teatrali e musicali sempre più interessanti.

Natale a Orvieto: Jazz, Presepe e Vini DOC

Il presepe nel Pozzo è uno degli eventi cardine della rassegna A Natale Regalati Orvieto, che già dal 20 novembre e fino alla prima metà di gennaio 2026 accenderà la città con oltre quaranta giorni di eventi.

L’altro evento fondamentale dell’inverno orvietano è, ovviamente, l’Umbria Jazz Winter, che come ogni anno porta nella città della rupe concerti di grandi nomi e jam session nelle piazze, nelle chiese e nei teatri.

E, come da tradizione, nei giorni delle festività natalizie la città umbra si riempie di mercatini, luminarie e spettacoli diffusi. Non mancano gli eventi enogastronomici: chi visita Orvieto non può fare a meno di lasciarsi sedurre dal richiamo dei suoi vini. Le Cantine Neri sono uno dei marchi d’eccellenza, capaci di offrire ai cultori e agli amanti del buon bere bottiglie pregiate di Orvieto Classico DOC e altre specialità, tra innovazione e tradizione. E ancora: esperienze in cantina per scoprire i sapori e i profumi del territorio, degustazioni e percorsi perfetti per scoprire l’anima dei nostri umbri, con gli echi delle tradizioni etrusche e il racconto delle tradizioni vinicole millenarie.

Presso le Cantine Neri sarà possibile scegliere la bottiglia ideale per il brindisi di Natale o Capodanno. Per esempio, il Barrage, uno spumante metodo tradizionale, nato dall’uvaggio tipico delle colline Umbre, il Grechetto.

Il turista che arriva a Orvieto ha davvero l’imbarazzo della scelta. Il Natale nella città della rupe è una celebrazione di arte, storia, tradizione, autenticità e convivialità: un appagante viaggio sensoriale e morale che va dal silenzio del Pozzo della Cava alle note sincopate di un assolo jazz, dal fascino del Duomo illuminato dalle luminarie fino al calore di un calice di vino locale.

it en
it en
Torna su
Caricamento...